Il 6 OTTOBRE 1997: ha avuto inizio il processo. Stevanin si è presentato dietro al banco degli imputati con la testa completamente rasata, per mettere in evidenza una notevole cicatrice, avuta in seguito ad un vecchio incidente, che dovrebbe sostenere la difesa dei suoi lagali che l'hanno dichiarato incapace di intendere e di volere IL 21 OTTOBRE 1995: i legali di Stevanin per confermare la loro tesi dell'incapacità mentale di Stevanin, presentano al processo i risultati dell'esame medico, a cui Stevanin sarebbe stato sottoposto e dal quale ne sarebbe risultata una grave menomazione mentale. Per definire il suo profilo psicologico si parla di "un buco nero nel cervello" che avrebbe prodotto nell'uomo delle "gravi alterazioni comportamentali". L'accusa lo ritiene invece dotato di un quoziente intellettivo superiore alla media, quindi "sapeva perfettamente cosa stava facendo" IL 28 OTTOBRE 1997: dal processo è emerso che Stevanin avrebbe attirato varie ragazze, promettendo loro del denaro in cambio di alcune foto. Tra queste c'è il caso di una ragazza Gabriella Musger che il 4 Luglio del 1989 riuscì a sfuggire alla follia di Stevanin, ma deceduta successivamente. Nel Maggio 1993 scompare Roswita Adlassnig, le sue foto furono poi ritrovatea casa di Stevanin IL 2 DICEMBRE 1997: è presente in aula la madre di Stevanin , Noemi Miola sospettata di essere a conoscenza da sempre dei crimini del figlio e di averlo protetto ed assecondato. La donna si avvale della facoltà di non parlare. Parla invece il cugino Antonio de Togni che avrebbe scoperto dei resti appartenenti ad una delle vittime: Biljana Pavlovic. Fuori dall'aula avrebbe addirittura asserito di aver trovato una testa nel pagliaio e che la madre dello stesso Stevanin gli avrebbe detto che sarebbe stato il figlio a rimuoverla appena uscito dal carcere. IL 28 GENNAIO 1998: Gianfranco Stevanin è stato condannato all'ergastolo. Quando la sentenza diverrà esecutiva, dovrà scontare 3 anni di isolamento diurno. E' stato ritenuto responsabile di sei omicidi e di una violenza carnale, con le aggravanti di crudeltà, occultamento e distruzione di cadavere.
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