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Blazenka Smoljo

Nel Luglio 1994, i carabinieri avevano trovato un corpo nudo, incastrato a poppa di un barcone. La permanenza nell’acqua aveva reso irriconoscibile il volto, ma si trattava senza dubbio di una donna. Nessuno, due anni dopo, lo metterebbe in relazione con Stevanin se non fosse lui stesso a parlarne. «Mi interessava sapere se poteva essere la donna che io avevo gettato in acqua circa due settimane prima». La donna si chiamava Blazenka Smoljo, croata 24 anni che viveva da tempo in Italia, dove faceva la prostituta. Sua madre l’aveva sentita per telefono l’ultima volta verso la metà di Luglio 1994, poi più niente. Era stata anche a Chi l’ha visto? (Noto programma RAI.) Che sua figlia è morta lo viene a sapere solo nel 1996, quando la riconosce nelle foto di Stevanin e il Dna conferma che si tratta proprio della donna trovata nel fiume due anni prima. A Stevanin il nome Blazenka suona estraneo, visto che tutti la chiamavano Fatina. Tra loro, secondo quanto racconta Stevanin, si instaura presto un buon feeling al punto che dopo alcuni incontri, lei gli chiede se può ospitarla per qualche giorno. Blazenka vuole infatti uscire dal racket della prostituzione e ha bisogno di sparire per un po’. Così è ospite al casale: lui passa al mattino e alla sera, le porta da mangiare, le raccomanda di non farsi vedere da nessuno. Intanto fanno all’amore, selvaggiamente: così racconta Stevanin. Fino al solito incidente: «Forse nella foga del rapporto sessuale non mi sono reso conto di stringere troppo, e alla fine quando ho mollato la presa, me la sono ritrovata accasciata fra le braccia», dirà. Qualche giorno più tardi si disfa del corpo. Lo avvolge in un pezzo di nylon robusto, lega il tutto con dello spago e arrivato alla sponda del fiume srotola il telo di plastica facendo scivolare il corpo nell’acqua.

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