(25 Febbraio 2008). L'avevano cercati ovunque i fratellini Pappalardi; avevano battuto metro dopo metro le campagne alla periferia di Gravina e ispezionato decine di cisterne ma di Ciccio e Tore scomparsi nel giugno di due anni fa, nessuno sapeva più niente. Eppure loro erano lì, a due passi dal municipio e dalla stazione ferroviaria, nascosti nella cisterna di un vecchio caseggiato abbandonato, precipitati dopo un volo di venti metri dentro il pozzo che gli inquilini di una volta usavano per pescare l'acqua. In quel rudere che i bambini del paese usavano come un luna park, Francesco e Salvatore Pappalardi dormivano l'ultimo sonno vicini come sempre, forse vittime di una tragico gioco o di uno spietato assassinio. Un altro bambino che come tanti nel casolare quel pomeriggio era andato in compagnia di amici per giocare a nascondino, ha rischiato di fare la medesima fine. E' precipitato nello stesso pozzo ma lui, per fortuna, non è morto. Due ore dopo, è tornato alla luce con due gambe spezzate ma vivo. Il vigile del fuoco che l'ha aiutato però nel fondo della cisterna ha scoperto che c'erano altri due piccoli corpi, i resti di Francesco e Salvatore. Uno dei due cadaveri mummificato indossava ancora un paio di pantaloni bianchi mentre l'altro una maglietta arancione. La macabra scoperta nel casolare abbandonato nei pressi di una pinetina vicino alla stazione ferroviaria e al municipio di Gravina, non lontano dal centro storico del paese. "La casa - spiega il comandante dei Vigili del fuoco - è un vecchio edificio cintato da una palizzata e chiuso con cancelli e lucchetti che i ragazzini però sanno evitare e spesso entrano per giocare.