Il 18 Marzo un dipendente pubblico, scopre in una strada periferica, alle spalle dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, un cadavere di una giovane prostituta ucraina ventitreenne, Ljudmila Zubskova. Nei pressi dell' ospedale la giovane come da copione, è stata prima fatta inginocchiare e poi giustiziata ancora con un colpo alla nuca. Gli investigatori cominciano a lavorare sull'ipotesi del Serial Killer. Infatti il P.m. vieta, il più a lungo possibile, la diffusione dei fatti alla stampa e ai media. Gli inquirenti questa volta nel fare il sopralluogo notano uno strano particolare; il maglione della ragazza presenta in maniera inequivocabile un foro e evidenti tracce di bruciato, prova quasi certa che è stato usato come "silenziatore", o come riparo ad eventuali schizzi di sangue. L'autopsia anche in questo caso rivela che il proiettile (anche questo scamiciato) é stato sparato alla nuca dall'alto in basso, ovvero facendo inginocchiare la vittima, lasciando un foro di circa un centimetro, forse si tratta di una pistola calibro 38 o simile, come quella usata da
Donato Bilancia. La pallottola sempre secondo l'autopsia, dopo essere penetrato all'interno del cranio della sfortunata ragazza, si è andata ad accartocciare sullo zigomo destro.