Un delitto pianificato in ogni dettaglio: è il quadro del giallo di Novi Ligure che emerge dalla ricostruzione dei carabinieri. Concorso in omicidio volontario: è questo il reato contestato dal giudice del tribunale dei minori a Erika De Nardo e Omar Mauro Favaro, entrambi di 17 anni, giovanissimi innamorati. Sono accusati di aver ucciso la madre e il fratello della stessa ragazza. Sarebbe stata una intercettazione ambientale, un piccolo registratore o una cimice nascosta all'insaputa di Erika e del suo fidanzato, a dare la svolta all'inchiesta sul duplice delitto compiuto mercoledì sera. Un colpo di scena che era già nell'aria ieri sera, ma che soltanto oggi ha preso consistenza di ora in ora, fino alle rivelazioni finali. Altro che albanesi, balordi o drogati: secondo i carabinieri, sono stati la figlia e sorella delle vittime e il suo fidanzato i responsabili del massacro nella villetta alla periferia di Novi. Forse un omicidio premeditato, anche se tanta ferocia sembra impossibile in due giovani dall'aria pulita. La pista della vendetta di ladri o rapinatori? Era tutto falso. Il riconoscimento dell'albanese omicida? Un tentativo della ragazza di depistare le indagini. Ma il castello di carta allestito dai due ragazzi, compagni di classe, già ieri vacillava: troppi particolari che non combaciavano. Come la strada troppo lunga fatta dalla ragazza scappando dalla casa, quando invece sarebbe stato più logico farne un'altra. E poi quella scala con tutti i soprammobili e i quadri in ordine, una cosa un po' insolita se davvero Erika fuggendo dagli aggressori si fosse gettata a capofitto. Inoltre, sui vestiti della giovane forse sono state trovate tracce di sangue. Forse, si sussurra, Omar potrebbe aver agito sotto l'effetto di una droga leggera. Sullo sfondo della tragedia familiare, un probabile antagonismo tra la madre Susy, una bella donna dagli occhi chiari, sportiva praticante, e la figlia quasi diciassettenne. Un odio covato forse negli ultimi mesi ed esploso poi in un dramma che ha trasformato l'interno della villetta in un "mattatoio", come l'hanno descritto gli inquirenti. Ora i due sono indagati per concorso in omicidio premeditato. Avevano architettato di uccidere la madre, anche se poi la ferocia usata è andata oltre le loro reali intenzioni. Oggi è stato decisivo il sopralluogo nella villetta: prima è arrivata Erika poi il fidanzatino, Mauro. Neppure un'ora di confronto sul luogo del delitto è stata sufficiente agli inquirenti a sciogliere definitivamente la matassa. I due ragazzi sono usciti insieme dalla casa, con l'aria un po' più preoccupata rispetto a quando sono arrivati: sono saliti sulla stessa auto, una Hyundai Accent grigio metallizzata. Sono stati accompagnati nella caserma dei carabinieri, dove sono stati messi sotto torchio dagli inquirenti. Poi la svolta che era nell'aria è diventata palpabile: nella piazza del centro di Novi, affollata di giornalisti e curiosi, sono arrivati gli avvocati e il magistrato del tribunale dei minori. Ed è cominciato il lungo interrogatorio. Prima è toccato a Omar, poi alla ragazza.